domenica 22 dicembre 2013

Per un Natale silenzioso

Cari amici lettori,
questo è il primo Natale da quando ho aperto il blog, spazio di riflessioni condivise e di dialogo con voi. Per me sarà un Natale di lavoro intenso, ma, spero, anche di incontri e, al contempo, di silenzio. Quanti di voi hanno letto il mio primo libro sanno le valenze che attribuisco ad esso: silenzio è necessario per porsi in ascolto e, quindi, per scrivere; silenzio è pure inevitabile di fronte all'autunno e poi all'inverno della vita, non solo personale. Ma il silenzio dell'inverno è un silenzio carico di vita dormiente, un silenzio trepidante, d'attesa. E mentre si attende la primavera, una passeggiata invernale può far rivivere ricordi, emozioni e nel frattempo, soprattutto, far sedimentare le esperienze vissute.

Per augurarvi un Natale di silenzio ho scelto una poesia imparata alle elementari. Si tratta di una lirica assai nota di Giuseppe Ungaretti, scritta nel 1916, durante un periodo di licenza. Non è una poesia allegra: in essa il poeta, con ancora la guerra negli occhi e nello spirito, chiede di essere lasciato solo davanti al focolare. 
Possiamo far nostro il messaggio come preferiamo. Per quanto mi riguarda, lo vorrei leggere come un invito a evitare, almeno per qualche giorno, le strade chiassose fuori e dentro di me, così da lasciare spazio al silenzio e alla riflessione non frettolosa, non ansiosa, non rumorosa.
Buon Natale di silenzio.


NATALE 

Napoli, il 26 dicembre 1916

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare

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