Partigiano, intellettuale, scrittore, acuto osservatore della vita italiana della seconda metà del Novecento, Meneghello era un nome pressoché sconosciuto una decina d'anni fa. Ricordo le conversazioni con amici e compagni di Università a Padova (si era intorno al 2010) su questa grande figura della nostra letteratura.
- Meneghello chi?
Era questa la risposta più frequente quando citavo qualche opera di quel da Malo. Ricordo che consigliavo soprattutto la lettura di Fiori italiani allora, romanzo-saggio (come sempre in Meneghello i generi sfumano e non sono buoni per spiegare i suoi testi) sull'educazione in cui una sezione non trascurabile era dedicata alla descrizione di uomini e ambienti della facoltà di Lettere patavina dei primi anni Quaranta. Nessuno conosceva il libro.
Altre volte, parlando con vicentini di media cultura, la risposta alla domanda "Hai presente Meneghello, lo scrittore?" era ancora più disarmante:
- Ah, queo che scrive in dialèto!
A dieci anni dalla scomparsa, la situazione è fortunatamente cambiata. Molte in questo decennio sono state le occasioni per riscoprire Luigi Meneghello e le sue opere, e non solo in ambito accademico: saggi, convegni, incontri di lettura, spettacoli teatrali e altre iniziative hanno lavorato e tuttora lavorano per diffondere il pensiero e le opere di un autore che va ben oltre i confini angusti del regionalismo veneto. Fra le varie istituzioni impegnate a riscoprire Meneghello, come non ricordare l'Associazione culturale Luigi Meneghello di Malo? Il gruppo, guidato dal suo infaticabile presidente, organizza serate di lettura, incontri, convegni e molto altro ancora: non c'è anniversario o data legati all'autore che non vengano ricordati con appuntamenti e iniziative sempre di valore.
Per informazioni basta dare un'occhiata al sito http://www.luigimeneghello.org/.
Luigi Meneghello con la moglie Katia Bleier |
Altro gruppo che vorrei ricordare è l'Associazione Formalit, che riunisce studenti e giovani studiosi dell'ambiente universitario padovano e che organizza incontri con le scuole per far conoscere la figura e le opere di Meneghello.
Ecco il loro sito: https://formalit.it/.
La scuola, appunto. Anche la scuola sembra aver recepito l'importanza di Meneghello, inserito nel canone degli autori suggeriti dalle Indicazioni nazionali per i licei del 2010. Che poi sia possibile realmente affrontare lo studio del Nostro, come di molti altri nomi suggeriti, con quattro ore partendo da Leopardi è altra questione. Intanto c'è, ed è importante che ci sia.
A quanti mi hanno chiesto e ancora mi chiedono con quale libro iniziare a conoscere l'opera di Luigi Meneghello, di solito rispondo citando I piccoli maestri, testo sull'esperienza resistenziale. È un libro (evito di chiamarlo romanzo) che ha già tutte le costanti delle opere maggiori, come ha ben evidenziato Maria Corti: la presenza di un 'io' e di un narratore che si rivede a distanza; la contrapposizione fra culture, quella intellettuale e quella popolare, e l'ironia sprigionata dal contatto fra le due che smorza ogni minimo sussulto di retorica; il mondo della memoria da cui Meneghello attinge sempre, con arguzia e ironia; il senso di coralità dell'opera, il suo rappresentare un gruppo ristretto in relazione ad un più vasto gruppo sociale; infine, la funzione basilare del linguaggio e, più precisamente, del plurilinguismo. Il tutto in un'opera che rilegge l'esperienza della resistenza in chiave antitrionfalistica e antiretorica.
Poi, presa familiarità con la scrittura raffinatissima del Nostro, suggerisco di passare alla materia di Malo e ai libri che la racchiudono, Libera nos a malo e Pomo Pero. Non sarà un salto indifferente: Meneghello è un autore difficile, che non viene incontro al lettore. Occorreranno pazienza e dedizione, specie per chi non è vicentino, o veneto, e non ha qualche rudimento di cultura classica e cattolica, ma è un'esperienza che vale la pena di fare. Si scoprirà un universo meraviglioso e magico, il cuore pulsante di tutto ciò che dalla penna (sarebbe più corretto scrivere "dai pennini", giaccché con quelli scriveva Meneghello) dell'autore è uscito per finire sulla carta.
Infine, le opere sul dopoguerra, sulla militanza di Meneghello nel Partito d'Azione, sul «prisma del dopoguerra» e sul «dispatrio» in Inghilterra: Bau sète e Il dispatrio. Importante è pure il già citato Fiori italiani, in cui il lettore dei Piccoli maestri ritroverà, nell'ultimo capitolo, la straordinaria figura di Toni Giuriolo, il grande vero maestro del giovane Luigi. Per gli appassionati poi potranno esserci i saggi (Jura, La materia di Reading, il gustosissimo Maredè maredè sul dialetto vicentino) e i volumi delle Carte.
Ecco, dunque, qualche consiglio di lettura per l'estate. Poi, in una giornata magari meno calda delle altre, il lettore potrà fare una capatina a Malo, passeggiare lungo il Liston e salire sul colle di santa Libera. Da sotto il monumento ai caduti, quello dell'episodio dei brombóli, guarderà verso i monti celesti, l'orlo alto e lungo dell'Altipiano. Chissà, magari proverà anche lui la «gioia somma e perfetta, astratta dal tempo [...] come fuori della portata della morte»...
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