Lo scorso lunedì, ospite di un folta delegazione di giovani aderenti al PES (Parlamento Euorpeo degli Studenti), sono stato a Trieste, per un incontro-dialogo con la vice presidente della Commissione Europea Viviane Reding e il ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi.

Lunedì invece scorso invece, a dispetto delle previsioni, brillava un sole luminoso, che ha accompagnato l'insolita gita e l'altrettanto inusuale incontro coi rappresentanti istituzionali. Formalità a parte, mi ha emozionato essere presente, non tanto per l'incontro in sé quanto per l'entusiasmo dei miei giovani compagni di viaggio, ragazzi delle superiori o, al massimo, ai primi anni di università. Convinti che il futuro vada costruito guardando con fiducia ad un'Europa unita e solidale, mi hanno colpito per la maturità delle riflessioni e per la consapevolezza che dimostravano. Uno sguardo fiducioso, sensibile, impegnato e critico.
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Lunedì invece siamo scesi tutti. Di fronte a noi, illuminato dagli ultimi raggi del sole, il sacrario si stendeva grigio e silenzioso. Al vederlo ho provato al contempo partecipazione e repulsione: partecipazione per i centomila ragazzi che vi riposano, repulsione per la monumentalità del fascismo, che in questo come in molti altri luoghi della memoria non ha avuto scrupoli a piegare e deformare, creando miti inesistenti, forzando la storia a sostegno di ideologia e propaganda.
Abbiamo mosso pochi passi, confusamente, fino alla tomba del duca d'Aosta, lo sguardo attratto da quegli infiniti 'presente' che scandiscono i gradoni della tomba collettiva. Tra quei centomila figura anche il mio paesano Fiorindo Paoléto, la cui storia ho raccontato sempre nel Paese silenzioso. Con lui ho sentito paesani tutte quelle giovani vite spezzate e ancora una volta mi sono convinto della responsabilità che ciascuno di noi ha verso di loro.
Guardiamo dunque al futuro con consapevolezza e fiducia ma, al contempo, conservando la memoria del cammino percorso e del prezzo pagato lungo la strada.
Guardiamo dunque al futuro con consapevolezza e fiducia ma, al contempo, conservando la memoria del cammino percorso e del prezzo pagato lungo la strada.
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