domenica 14 gennaio 2024

Inizio collaborazione con "L'AltraMontagna"

Care lettrici e cari lettori,

con gioia vi annuncio l'inizio della collaborazione con la rivista online "L'AltraMontagna"

Inauguro questa nuova esperienza, per la quale ringrazio l'amico Pietro Lacasella, con un articolo in cui racconto una storia poco nota ai più, quella relativa a una straordinaria rete di salvataggio che operò in Veneto durante la Shoah. 

Potete leggere l'articolo completo cliccando qui.



lunedì 1 gennaio 2024

Un augurio dal Paese silenzioso

Care lettrici e cari lettori,
dopo l'ennesimo lungo silenzio torno per porgervi il mio più caro augurio per un sereno 2024. Lo faccio recuperando dal mio primo libro, quel Paese silenzioso da cui tutto ha avuto origine, un personaggio dimenticato, a cui mi sono trovato a pensare in questi giorni, Toni Oche. Buon anno!

«Di Toni Oche quasi nessuno più si ricorda in paese. 
- Sono passati troppi anni - dice Bepi. - Pensa che è un mio ricordo giovanile…
Chi era Toni Oche? La sua è una voce che si perdeva tra le vie del paese, la notte che vedeva passare l’anno vecchio. Non fosse per Bepi che me ne ha parlato potrebbe non essere mai esistito. Eppure nel coro di voci che sento quando attraverso i vialetti coperti di ghiaia del cimitero ora c’è anche la sua. E  mi pare di sentirlo mentre canta la sua canzone.

Bonì, bon ano, bon capo dell’ano
bone feste,bone minèstre
boni capòni, boni minestroni
‘Na borsa de oro, una d’argento
Dème ‘na man, ca so’ contento!

Era povero davvero Toni Oche
Così, la notte di capodanno, passava a cantare gli auguri e a promettere una preghiera, chiedendo in cambio quel che i paesani potevano offrirgli: un pugno di nosèle (nocciole), una tazza di brodo (da consumarsi preferibilmente all’istante), o magari un uovo. Faceva il giro delle stalle, nelle quali i paesani attendevano il nuovo anno al tepore delle bestie, raccontando storie e pregando il Segnore per la buona stagione». 

Il paese silenzioso, Edizioni Biblioteca dell'Immagine, Pordenone 2012, pp. 115-116.

lunedì 16 ottobre 2023

16 ottobre 1943

Oggi ho letto nelle mie classi alcuni passi di 16 ottobre 1943 di Giacomo Debenedetti (Einaudi, 2001), un libro straordinario per ciò che racconta e per come lo racconta. Scritto poco dopo la liberazione di Roma, a guerra ancora in corso, è un testo che tutti dovrebbero leggere, scritto con un linguaggio preciso, pulito, essenziale, di incredibile potenza.

«Il caposquadra si avanza verso di loro. Ha in mano una specie di cartolina scritta a macchina, di cui legge il testo in tedesco. Quelli non capiscono altro che il tono perentorio di minaccia. Si sciolgono i pianti delle donne e dei bambini. La S. ha avuto il tempo di sbirciare che, sull’elenco dei nomi, il suo non c’è. Questo le dà coraggio: come a vendicarsi dello schiaffo, strappa di mano al tedesco la cartolina. Il testo è bilingue. È lei che lo legge ad alta voce ai vicini:

1. Insieme con la vostra famiglia e con gli altri ebrei appartenenti alla vostra casa sarete trasferiti.
2. Bisogna portare con sé:
a) viveri per almeno otto giorni;
b) tessere annonarie;
c) carta d’identità;
d) bicchieri.
3. Si può portare via:
a) valigetta con effetti e biancheria personali, coperte ecc.;
b) denari e gioielli.
4. Chiudere a chiave l’appartamento. Prendere con sé la chiave.
5. Ammalati – anche casi gravissimi – non possono per nessun motivo rimanere indietro. Infermeria si trova nel campo.
6. Venti minuti dopo la presentazione di questo biglietto, la famiglia deve essere pronta per la partenza.

Venti minuti: neppure il tempo per lamentarsi. Meno di quanto occorra per fare fagotto. I bicchieri belli è meglio lasciarli a casa. E le valigette, dove trovarne una per ciascuno? I bambini ne vogliono una tutta per loro. Non seccate! Bisogna che i tedeschi non vedano dove stavano nascosti i manhood. Gioielli non ce n’è più, tutti da un nharèl. Le parole necessarie bisogna dirsele in ebraico, come si sa e si può – in quel gergo che pare un furbesco e ha sempre fatto sospettare che gli ebrei complottino – come si fa a parlare con quei due soldati entrati in casa a sorvegliare i preparativi?» (pp. 34-36).

Qui è possibile ascoltare l'intensa lettura di Moni Ovadia per "Ad alta voce" di Radio3: https://www.raiplaysound.it/audiolibri/16ottobre1943

martedì 22 agosto 2023

martedì 18 luglio 2023

Recensione di "Come un temporale" su "èNordEst"

Ringrazio di cuore Annalisa Bruni per questa interessante recensione di Come un temporale pubblicata sul periodico online "èNordEst" il 16 giugno scorso. 

Ecco il link: èNordEst



domenica 2 luglio 2023

Recensione di Come un temporale su "Patria Indipendente"

Ringrazio di cuore il prof. Ferdinando Pappalardo, vicepresidente nazionale dell'ANPI, per l'approfondita recensione di Come un temporale pubblicata su "Patria Indipendente", periodico dell'ANPI, lo scorso 18 giugno 2023.

Ecco il link: "La scoperta dell’orrore fascista dalle piccole cose quotidiane"



sabato 29 aprile 2023

Presentazioni mese di maggio "Come un temporale"

Care lettrici e cari lettori, ecco una sintesi delle presentazioni per ora previste nel mese di maggio. Seguiranno le singole locandine. Estote parati/ae!