Stamattina ho letto queste parole come prima lezione alle mie studentesse e ai miei studenti. L'ho fatto senza rivelare la fonte, chiedendo loro chi potesse averle scritte o pronunciate. Tutti hanno detto una persona adulta, matura, impegnata; qualcuno ha azzardato uno scrittore o un politico. Solo alla fine, mentre qualcuno mi guardava con gli occhi lucidi per l'emozione, ho rivelato chi le aveva scritte, e come e quando (il 15 luglio 1944, dopo due anni di vita in una soffitta, un paio di settimane prima di essere scoperta e deportata). Siamo nani, certo, ma con giganti che vegliano su di noi, come la quindicenne Anne, anche il futuro incerto ci fa meno paura. E allora buon cammino a tutte e tutti, studenti e insegnanti, buon anno scolastico!
<<Ecco che cos’è difficile in quest’epoca: gli ideali, i sogni e le belle aspettative non fanno neppure in tempo a nascere che già vengono colpiti e completamente devastati dalla realtà più crudele. È molto strano che io non abbia abbandonato tutti i miei sogni perché sembrano assurdi e irrealizzabili. Invece me li tengo stretti, nonostante tutto, perché credo tuttora all’intima bontà dell’uomo. Mi è proprio impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria e della confusione. Vedo che il mondo lentamente si trasforma in un deserto, sento sempre più forte il rombo che si avvicina, che ucciderà anche noi, sono partecipe del dolore di milioni di persone, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto tornerà a volgersi al bene, che anche questa durezza spietata finirà, e che nel mondo torneranno tranquillità e pace. Nel frattempo devo conservare alti i miei ideali, che forse nei tempi a venire si potranno ancora realizzare!>>
Anne Frank, Diario, Einaudi, Torino 1992.
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